Rivista Confini

Confini

Regole e confini

di Ferdinando Zanatta

Quando mi è stato proposto di fare delle riflessioni sul questo numero di Piste Ri-ciclabili, sono rimasto perplesso, e mi sono chiesto : “Che cosa posso scrivere che non possa essere detto e ridetto meglio da tanti altri più preparati di me?”

“Quale argomento ?” Ho chiesto.
 
“Semplice – mi è stato risposto – Confini!… Su questo tema esponi quello che ti suggerisce la parola, che certamente provoca tutti.”
Noiosamente incolonnato sulla circonvallazione, per più di una manciata di minuti in attesa di raggiungere la nuova rotonda che immette a Castelfranco, pensavo al termine indicato.
 
Mi è venuto in mente la parola “Limes, che i romani usavano per indicare il confine del loro impero e segnava il limite oltre il quale i popoli barbari o nemici non potevano andare. Se lo superavano incorrevano nell’intervento punitivo delle legioni romane. Lo scontro si concludeva con delle sanzioni e, se tutto andava per il meglio, con il ripristino dello status quo.
 
Scomposto il vocabolo nei suoi due elementi (con- fine), ho cercato nel vocabolario il significato di fine: stava scritto che deriva da finis, cioè limite; dal significato originario di termine passò a quello di parte terminale, estremità. Ho concluso che confine è connesso al significato di limite, di soglia oltre la quale è bene indugiare, fermarsi prima di procedere. Il vocabolo “confine” compare nelle interazioni tra due o più soggetti che possono avere un edificio, proprietà contigue, relazioni personali, interessi condivisi e no. Inoltre, deve essere rispettato quando i traguardi definiti dalla norma, per l’interesse di tutti, impongono una condotta comune. Chi oltrepassa la soglia prestabilita per sciatteria, sopraffazione, disattenzione, incuria o gretto egoismo può provocare conseguenze anche gravi; ciò può avvenire in modo diretto o indiretto, a livello manifesto o celato e a volte subdolo.
 
Occasioni per infrangere i confini, danneggiando gli altri, sono molte. Non servirebbe portare degli esempi, ma proviamo a citarne qualcuno: correre non rispettando i limiti (nel 2020, 2.395 morti sulle strade); non applicare le norme di sicurezza nei luoghi di lavoro (nel 2021, ben 1.000 morti nei cantieri e negli opifici); proporre ripetutamente condoni edilizi e fiscali (pace fiscale); evitare di pagare le tasse (ogni anno più di 100 miliardi di euro di evasione fiscale). La diminuzione del gettito fiscale impedisce di ottenere migliorie nella sanità, nella scuola, nel trasporto pubblico, nell’assistenza agli anziani che grava interamente sulle spalle delle famiglie…; e poi si afferma che non ci sono i soldi. Nei casi elencati, e non solo, viene meno il rispetto del limite che salvaguarda la vita, favorisce la socialità e il benessere delle persone.
 
Il rispetto dei confini per una equilibrata convivenza, purtroppo, non avviene con l’aggravio delle pene o moltiplicando le leggi per il piacere degli azzeccagarbugli; Manzoni, l’autore del romanzo I promessi Sposi, ci ha dato una lezione presentando la fiumana di Gride, ordinanze spagnole, che parlavano bene, ma erano con l’inganno disattese; pure Dante diceva : “Le leggi son, ma chi pon mano ad elle?”(Canto XVI del Purgatorio). Manca il controllo costante, previsto e stabilito. La condivisione dei limiti avviene quando le persone possiedono una sensibilità civile coltivata fin dalla più tenera età; ma si consolida solo se trova l’esemplarità diffusa nel contesto sociale costituito dai propri familiari, dagli educatori, dai rappresentanti delle agenzie culturali e delle amministrazioni politiche del territorio.