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Raising Kaneil: il bocciolo della questione

di Paul Zilio

A) Introduzione

L’uscita del film di D. Fincher “Mank” verso la fine del 2020, con Gary Oldman che interpreta lo sceneggiatore, ha riaperto una vecchia e ormai logora questione. A chi si deve attribuire la sceneggiatura del film “Quarto potere” (“Citizen Kane”)? Di chi è la paternità? Mankiewicz, Houseman o Welles? Oppure hanno contribuito tutti in modo diverso?
La questione appare ancora oggi controversa.
David Fincher, il regista, riprende in mano l'”affaire”, affidandosi a una sceneggiatura preparata da suo padre Jack, ove si mette in evidenza il contrasto o i contrasti tra “Mank”, Orson Welles e John Houseman.
Il film difende e prende posizione a favore di Herman J. Mankiewicz , accusando Welles di essersi appropriato dello scritto, manipolandolo a sua misura, non rispettando le indicazioni del vero autore, il quale ha effettivamente in un primo momento, in una sorta di “full immersion” data la pressione insistente e la fretta di Orson, scritto interamente la trama di quello che poi sarebbe diventato il capolavoro cinematografico. In questa fase qual è stato il ruolo di Orson?

Probabile che Orson rappresenti il fantasma del giovanissimo genio che l’industria cinematografica userebbe come nuovo “enfant prodige”, quantomeno nella fase iniziale della sua carriera, da lanciare nel mondo del cinema per fare nuovi affari, anche se i contrasti tra l’industria cinematografica e Orson Welles saranno nel futuro piuttosto critici, tanto da essere lui stesso isolato dall’ambiente. D’altronde quando Orson comincerà a strapazzare la sceneggiatura , modificandola ampiamente, scatenerà da parte di “Mank” una reazione rabbiosa e ostile poichè le intenzioni del regista si piegherebbero verso una direzione molto diversa da quella immaginata da colui che si riteneva essere lo sceneggiatore. E qui possiamo individuare il vero punto della questione, forse.
Ancora una volta, dopo l’uscita del film “Mank” di D. Fincher, chi ha sceneggiato il film “Citizen Kane” (“Quarto Potere”)?
A chi la paternità della sceneggiatura? Sceneggiatura, parola chiave per pervenire a una più lucida interpretazione della “querelle”.

B) Origine delle polemiche
La questione, prima del film di Fincher , era già stata riaperta da un famigerato intervento dell’autorevole critica cinematografica Pauline Kael, che è stata per circa una ventina d’anni una firma del New Yorker magazine. Esponente della critica cosiddetta sociologica, pubblicò nel 1971 il libro : “The Citizen Kane book” ove accusava Welles di essersi accreditato ingiustamente la sceneggiatura del film quando invece il vero autore era da considerarsi “Mank”. Sulle prime l’accusa danneggiò e screditò Welles, successivamente però molti ne presero le difese e questo rinfocolò il dubbio. Andando ancora più indietro nel tempo, alla data della premiazione agli Oscar del film “Citizen Kane”, vincitore come migliore sceneggiatura, risultò evidente come i rapporti tra “Mank” e Orson fossero già compromessi anche a causa della presa di posizione di Houseman il quale aveva dichiarato che il merito della sceneggiatura andava completamente a “Mank”. Il film era stato candidato a nove premi ma alla fine ne vinse solo uno, guarda caso quello per la miglior sceneggiatura: a Hollywood Orson ormai non piaceva più, nonostante nel periodo durante la produzione lui venisse coccolato come il nuovo genio del cinema. Quando furono annunciati gli Oscar (26 febbraio 1942) Orson era a Rio, a girare “It’s all true”. Il 5 aprile mandò al contitolare del premio un tardivo biglietto: “Caro Mankie, ecco cosa volevo telegrafarti dopo la cena degli Oscar: “Puoi baciare la mia metà”.

C) Sceneggiatura in progress
“Il sistema produttivo delle grandi case di produzione spesso faceva sentire gli sceneggiatori dei cittadini di seconda classe, per quanto buona fosse la paga. Si sfogavano ridendoci su, naturalmente; quando Hollywood era ancora un posto divertente, in buona parte era merito loro. Ma sostanzialmente, molti di loro erano amareggiati e delusi. E nessuno era più amareggiato, più deluso, e più divertente di Mank…un perfetto monumento all’autodistruzione”. Così Orson Welles descriveva a Bogdanovich, Herman J. Mankiewicz.
Cronaca: Welles aveva cominciato a sviluppare l’idea di “Quarto Potere” e l’idea prendeva più tempo del previsto. Lui stesso afferma: “Stavo lavorando ad un altro progetto ecco perchè è stato assunto Mank”; aveva il compito di preparare una stesura provvisoria- comunque afferma poi il nostro- il contributo che ha avuto Mank è stato enorme. Abbiamo cominciato a scrivere solo dopo aver parlato moltissimo. Per esempio l’idea di Rosebud è sua. Io invece volevo approfondire i diversi punti di vista dei personaggi che avevano conosciuto Kane. A un certo punto, le nostre divergenze divennero insostenibili, litigavamo spesso. Così dopo un accordo di massima sulla trama e sui personaggi Mank se ne andò via con Houseman e scrisse la sua versione mentre io stavo ad Hollywood a scrivere la mia.
Per quanto riguarda Houseman, il quale ha sostenuto più volte che la sceneggiatura, concezione e struttura inclusa era essenzialmente di Mank, posso solo rispondere che posseggo un telegramma scritto da lui in cui affermava che in realtà la sceneggiatura era fondamentalmente mia. Ed è strano che ufficialmente abbia affermato il contrario perchè avrebbe meritato anche lui qualche riconoscimento per la sceneggiatura che alla fine non ha voluto firmare”. (dall’intervista di Bogdanovich).

D) Digressioni intorno all’idea di sceneggiattura
Prima di tutto la sceneggiatura è un testo scritto. Che ha però una funzione particolare: serve o meglio è funzionale per l’organizzazione filmica nel senso di sviluppare una serie di sequenze divise in inquadrature che delinereanno l’oggetto filmico.
Prevede quindi una stesura scritturale dove si deve inserire o dare l’idea dei movimenti di macchina e degli eventuali dialoghi oltre che successivamente la scansione del sonoro. In genere, prima di arrivare alla sceneggiatura, la progettazione del film conosce varie tappe che possono essere: a) il soggetto; b) il trattamento; c) la scaletta; d) la sceneggiatura. Non sempre si prevedono questi passi. A volte, e oggi soprattutto, ormai si usa una sorta di storyboard digitalizzato. Non voglio entrare nel merito e spiegare bene i termini sopra menzionati. A me interessa far capire come il concetto di sceneggiatura sia piuttosto complesso nel senso che può essere sviluppato in diversi modi. In particolare il mondo del cinema americano usa e ha usato una forma di sceneggiatura molto diversa da quella europea, molto meno letteraria e molto più funzionale e pratica per la realizzazione del film stesso.
Infatti tecnicamente per quanto concerne la terminologia troviamo nelle formulazioni americane le seguenti espressioni: “The shotting script” e “The cutting continuity” che tradotti letteralmente dall’americano hanno lo stesso significato: sceneggiatura. I due termini hanno un senso diverso però, che è come quello del prima e del dopo. Il primo sta per soggetto o copione scritto e preparato prima di di iniziare a girare il film, il secondo sarebbe la sceneggiatura tagliata con i vari cambiamenti apportati dopo averlo ultimato. Se torniamo alla questione in oggetto ci rendiamo conto come in effetti la sceneggiatura di “Citizen Kane” sia il risultato di un lavoro svolto, anche se spesso gli autori erano divisi e lontani, in modo collaborativo, nonostante i litigi, nel senso che è il risultato di uno sforzo comune pur conflittuale.
Le idee iniziali di questo film e la struttura di base furono il risultato di una stretta collaborazione di tutti e tre, ma in seguito presero forma due soggetti cinematografici, uno scritto da Welles, e l’altro da Mank con l’aiuto di Houseman, il quale ha cercato di combinarli entrambi traendone i migliori elementi. Ecco cosa afferma G. Muscio: “In generale la sceneggiatura desunta dal film differisce dalla prima in quanto è meno verbosa e più cinematografica. Welles ottiene questo risultato, affrettando l’azione e reinterpretando la sceneggiatura in senso visivo…”; questa affermazione si ricollega quindi con i due termini sopra menzionati riguardo al prima e al dopo.
 

F) Conclusioni
Che dire? La pretesa di considerare la sceneggiatura come opera svolta unicamente da Mank è sbagliata se appunto consideriamo in termini tecnici l’idea della sceneggiatura americana. Ma forse, nonostante le lamentele, a Orson non è del tutto dispiaciuta questa diatriba. In effetti, quella che sotto i riflettori appare come una contesa per affermare la propria verità riserva delle zone d’ombra che mantengono l’incertezza e mostrano che ciò che è in gioco non è la verità bensì l’affermazione di sè, con esiti a tratti farseschi. Non è forse questo movimento quello che piace al Nostro: tenerci in sospeso tra luce e ombra, tra verità e menzogna? F. For Fake appunto.

Quando parliamo di originale nel mondo del cinema, diventa difficile orientarsi. Specialmente a Hollywood dove esiste uno star system e dove la produzione quasi seriale dei film implica un lavoro di squadra molto importante. E’ vero, esiste la figura del regista: ma davvero riesce ad avere il controllo totale della propria opera? Qui si aprirebbe un altro discorso ancora più complicato che rimanda ai “Cahiers du cinema”, rivista francese nata negli anni Cinquanta che mitizza il concetto di “autore”. Orson anticipa il mito dell’autore proprio nel sistema hollywoodiano, all’interno del quale cerca di difendere la sua opera dalle varie intrusioni di chi taglia, ricuce, rimonta i suoi film mettendo in discussione e aprendo la questione dell’originale. Esistono degli originali? Oppure l’opera è sempre in progress? In questa tensione lui stesso dovrà riconoscere che il mondo del cinema è un mondo dove i rapporti di collaborazione sono davvero fondamentali. Chi è l’autore?
Quindi se l’originale sembrerebbe affermare un’identità, forse bisogna essere capaci di superarla poichè ogni film potrebbe essere rimontato, tagliato, restaurato e/o manipolato non solo dal sistema ma anche dall’autore stesso come opera interminabile.
I film si rifanno e si disfano sempre.

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