
Confini
Le molecole dei ricordi
di Serena Sagui
Come può una proporzione matematica diventare un’emozione?
Da quasi sette millenni la profumeria è riuscita a rispondere a questa domanda miscelando e creando aromi che hanno pervaso e continuano a pervadere la cultura dell’uomo.
L’arte della profumeria riesce a superare i confini della realtà tangibile e a trasportarci nel mondo delle sensazioni, dei ricordi, solamente grazie a una successione di materie prime.
Ogni fragranza riesce ad evocare un mondo di emozioni e ricordi anche frammentari ma sempre puntuali, andando a scavare nella nostra memoria olfattiva.
L’olfatto è un senso estremamente complesso. Perché un’essenza ci piace e un’altra no?
È uno di quei sensi che non capiamo bene, non sappiamo cosa succede con esattezza quando delle molecole incontrano il nostro naso.
Possiamo chiudere gli occhi e impedirci di vedere l’orrore, possiamo tapparci le orecchie e non ascoltare parole dolorose, ma non possiamo sottrarci al profumo, che ci pervade senza chiederci il permesso e scende direttamente al nostro cuore dominandoci.
Fin da bambina sono sempre stata affascinata da quest’arte.
Ricordo i primi tentativi di creazione del mio personale mondo in boccetta, nel giardino di casa, rubando i petali delle rose tanto care a mia nonna.
Mescolavo quei fiori assieme a piante aromatiche e mi sembrava di creare qualcosa di magico e in perpetua armonia con il mio mondo interiore fatto di timidezza e gentilezza.
Ho avuto di recente la fortuna di creare il mio profumo personalizzato con Simone Bongiorno, art director di MONOM, grazie a dei laboratori organizzati da Punto Ettore a Trevignano.
Mi è sembrato per un attimo di trovarmi ancora nel mio giardino, sotto l’acero rosso, ad assaporare quei fiori.
MONOM è un’azienda italiana che realizza esclusivamente profumi in purezza, senza alcool, che non possono essere vaporizzati, ma in olio, da applicare a contatto con la pelle creando un gesto intimo e un profumo molto più persistente.
Poter creare un profumo su misura non soltanto ci permette di portare sempre con noi la nostra identità più profonda, ma anche ciò che vogliamo ricordare o far ricordare di noi.
In una giornata difficile o in momento di tensione, avvicinare il naso al polso e riscoprire, per esempio, la lavanda che mia nonna usava per profumare i vestiti, celebra un senso di nostalgia ed eleganza che mi fa ricentrare su ciò che davvero è importante, mettendo in secondo piano il problema del momento.
È questo ciò che più mi piace dei profumi: la capacità di riportarmi in un momento preciso e dimenticato.
Ma come avviene la creazione vera e propria?
Si inizia dalla base che consiste nel 90% del profumo, composta da 3 materie prime.
Materie quasi inodori, che combinate nel giusto dosaggio creano magicamente un primo profumo.
Tutta la personalizzazione si gioca nel restante 10%, 1 singolo grammo che cambia tutto.
Un grammo racchiude ciò che percepiamo del profumo: note di testa, cuore e fondo.
Per scegliere ciò che avrebbe composto questo grammo ho avuto a disposizione un vero e proprio guardaroba olfattivo.
La scelta avviene in modo del tutto inconscio ed è incredibile quante molecole si possano utilizzare per formare appena 1 grammo.
Io ne ho scelte 3: lavanda per la nota di testa, accordo di fiore bianco per la nota di cuore, ebano per la nota di fondo.
Avere la fortuna di essere guidati nelle scelta delle combinazioni da Simone è ciò che ha fatto davvero la differenza: ha saputo tradurre la mia personalità una formula unica.
Tra 21 giorni, finito il periodo di maturazione, avrò la risposta alla mia domanda iniziale: percentuali matematiche miscelate con un agitatore meccanico si saranno trasformate in un prolungamento di me stessa.