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La vera storia della scoperta dell’acqua calda

di Paolo D’Andrea

Sembra che qualcuno abbia detto di aver scoperto l’acqua calda già nel IV secolo aC, ma la vera prima scoperta risalirebbe addirittura al Neolitico, infatti per molti secoli veniva chiamato Neolitrico.
Alcuni storici affermano che già il Paleolitico si chiamasse “Caldolitico” e che poi, per problemi di pronuncia dovuti alla mascella ipertrofica dell’uomo di quell’era, si sia trasformato in Paleo.
Allora Caldolitico più Neolitrico (litrico era termine che voleva dire acqua, usato fino al 200-300 dC) diventa Caldo-Litrico, cioè acqua calda! Sembra che l’intreccio, per così dire, delle due ere sia il passaggio dall’acqua, genericamente intesa, all’acqua calda propriamente detta.
Ora si sa benissimo quanti interessi nascosti ci siano all’ombra della scoperta dell’acqua calda.
Case farmaceutiche, multinazionali del software e dell’hardware, logge massoniche e, addirittura, sembra, un movimento trasversale e segreto di politici eletti nelle istituzioni europee, starebbero costruendo un cartello per impossessarsi del brevetto dell’acqua calda, millantando addirittura di averla INVENTATA! Vantando così il diritto di royalties ogniqualvolta chicchessia scaldi acqua per fare il bagno (anche con caldaia a pannelli solari) o per una pastasciutta, portando così i loro guadagni e quindi il loro potere a livelli insostenibili per un mondo che voglia dirsi AUTODETERMINATO E LIBERO!
Vi è poi un problema più sottilmente etico, sottolineato già dai tempi di Platone e Severino: respirare gratis il vapore derivante dal riscaldamento dell’acqua è lecito? Ma, soprattutto, è moralmente accettabile?
Sembra un problema secondario, ma pensate a tutti coloro che si fanno “i profumi” in casa per una sinusite o per un semplice raffreddore. Dovrebbero pagare un supplemento vapore ai detentori del brevetto Acqua Calda, o sarà sufficiente la gabella per scaldarla? Platone con Kierkegaard (erano coevi) sosteneva che la necessità urgente fosse il discrimine, cioè chi respirava vapore senza motivi urgenti dovesse pagare, mentre chi lo inalava per problemi conclamati e, soprattutto, certificati dall’autorità sanitaria competente, potesse farlo gratis.
Mille altre sono le implicazioni economiche, ecologiche, etiche e sociali sulla reale scoperta o invenzione dell’acqua calda, tanto che ad oggi se ne sta occupando una commissione intergenerazionale (senza gli anziani) e intercontinentale (senza i paesi del terzo mondo) per risalire almeno a una certezza: l’acqua calda è stata semplicemente scoperta ovvero inventata?
O no?