
Confini
Il confine su una sfera
di Andrea Marion
(estratto da “In virus veritas”, romanzo di Andrea Marion, in uscita nel 2022)
Neua si trovava in una posizione geografica particolare. Era di fatto agli antipodi di Greenwich, con un fuso orario spostato di dodici ore rispetto a quello britannico. Questo poteva permettere al governo della nazione di scegliere se trovarsi dodici ore in anticipo oppure dodici ore in ritardo rispetto a Londra.
La scelta, apparentemente banale, in realtà non lo era, perché da essa dipendeva la definizione della data. Neua poteva essere il posto in cui gli umani vivevano per primi o per ultimi ogni giorno del calendario.
Il re, circa cento anni prima, aveva deciso che Neua fosse il luogo in cui il sole tramontasse più tardi rispetto ad ogni altro luogo, cambiando la data di un giorno rispetto alla regola precedente. Ne aveva fatto una questione di principio, in un tempo in cui la figura del regnante si confondeva con una divinità.
L’orario di Neua era allora in ritardo di quattro ore rispetto all’orario di Los Angeles e di tredici rispetto a Venezia. In quel momento, viaggiando verso ovest, verso la Polinesia, si entrava subito nella stessa ora del giorno seguente.
Era stato il tiranno Wamino, in sfregio alla figura del re, a riportare Neua ad essere il luogo del pianeta su cui per primo sorgeva il sole, undici ore in anticipo ogni giorno rispetto a Venezia. In questo modo muovere verso est, verso le Hawaii, permetteva di trasferirsi nel giorno precedente.
La Repubblica di Neua aveva mantenuto l’impostazione secolare ripresa da Wamino, ma con alcune peculiarità.
Ai genitori dei nuovi nati veniva ad esempio lasciata la libertà di registrare la nascita a scelta tra le due date. Con buona pace degli astrologi, che sulla data di nascita costruiscono caratteri e destini di ogni persona.
E pure a San Silvestro era lasciato alle macro comunità di festeggiare Capodanno per primi o per ultimi sul pianeta. Con un semplice trasferimento in barca o in idrovolante, si poteva così festeggiare l’anno nuovo due volte o non festeggiare mai.
Alcune zone avevano persino scelto di lasciare la festa del Capodanno indefinita fino a Natale. In omaggio ad una tradizione secolare, se l’anno fosse stato felice, lo si sarebbe lasciato durare un giorno in più, altrimenti no. La decisione spettava ad un Consiglio degli Anziani, che in pratica esisteva solo a quello scopo.
Questa strampalata gestione del fine d’anno a Neua aveva reso l’arcipelago una destinazione turistica di straordinario successo nel periodo natalizio. Tutti coloro che se lo potevano permettere, non perdevano l’occasione di vivere il doppio Capodanno almeno una volta nella vita, con l’emozione di non sapere fino a Natale quando cadesse la festa in certe isole dell’arcipelago.