Rivista Fake News

Fake news

Fake news vs fake self

di Paola Milan

Mentre mi accingo a scrivere queste righe, si festeggia il 1° maggio e 25 demo autorizzate sfilano per la città. Ognuna propugna idee, cause, azioni: molte note, altre ignote, ma quante di queste posso dire di conoscere appieno? Per chi simpatizzare? Quali stigmatizzare?
La radice del problema -per me- risiede nell’information overload, che ha raggiunto un pandemico punto di non ritorno.
La difficoltà di leggere un articolo di infima lunghezza. La fatica di affrontare il coinvolgimento, di trovare il punto di osservazione “giusto”, di produrre un punto di vista in cui credere, il fastidio della richiesta “da che parte stai?”. È sbagliato il modello o è sbagliata l’applicazione?
Fake news vs fake self.
Dove inizia la “falsificazione” o la mistificazione nella comprensione dei fatti del mondo e dei fatti personali, quelli che compongono il “credo culturale” di un individuo? Non vedo un discrimine netto fra i due. Sei quello che fai o che racconti. Sei quello che leggi e divulghi nel tuo microcosmo sociale. (Nel mio caso anche no: comunico per un’azienda che vende mutui da vent’anni, odiando profondamente l’idea del debito e non avendoci mai– per sola fortuna- fatto ricorso. Il mio alter ego sa fare bene il suo lavoro :D. Puoi anche essere un pezzo di pongo che assume la forma della superficie cui deve aderire. Io lo sono, forse anche tu e avrai capito che la consapevolezza è il più gran traguardo che essere umano può conquistare.)
Storytelling è una leva di marketing piuttosto in voga negli ultimi tempi, forse superata da qualche altra legge scientifica promulgata dal whiz kid di turno che prova a codificare il fluido comportamento umano, al fine di imbottirci di prodotti, idee, intenzioni di voto, seamless, of course.
Aggiungi pure il venticello strisciante o la presa di posizione tonante, in un contesto in cui tutti hanno diritto E sentono il dovere di parola. La legittimazione espressiva è ai massimi termini, oggi, per noi felici occupanti di terre in cui è possibile blaterare su ogni tema senza filtri né conseguenze. Sebbene l’Italia quanto a libertà di espressione si collochi ora al 43. posto al mondo, dopo il Burkina Faso e la Papua Nuova Guinea (fonte: Wikipedia). Sarà una fake news pure questa? Forse i cannibali guineani sono liberi di poter discettare sulla succosità della carne di un bianco europeo più di quanto un italico possa esserlo nell’esprimere il suo ribrezzo per il politico di turno?
Scegliere di credere e soprattutto l’immane fatica di provarci. A volte la tentazione di rifugiarsi nella botte di Diogene è forte.
La scienza insegna che l’uomo sviluppa ormoni dello stress (cortisolo) quando si trova di fronte ad eccessive opzioni, siano esse la scelta di un dentifricio, un piano telefonico o una Tinder date e che produce dopamina al raggiungimento di un “quid” di soddisfazione, sia esso un livello superato in un gioco online o una conquista umana o professionale.
A me il cortisolo ha già bruciato le retine, ergo cerco di eliminare tutta la mole di superfluo che ho maledettamente accumulato in una vita precedente, per tornare a tabula rasa. Un lavoro faticoso, fisico e mentale. Che passa in primis attraverso gli oggetti e solo poi, sgombrati gli spazi fisici, attraverso un decluttering e un’igiene degli spazi personali e mentali.
Fare pulizia anche dell’eccesso di news che ingurgito senza tregua, compulsivamente, ad ogni pausa dal lavoro.
Un libro utile per chi come me soffre della dipendenza da news – spero meno irrimediabilmente bacato- e che mi sento di consigliare è: “Smetti di leggere le notizie” di Rolf Dobelli.
Fake or not fake, that is the question.
Siamo tutti troppo pieni del nostro ego per poterlo ammettere, siamo sicuri di poter credere a questo o a quello perché -a ragion veduta e dopo 100+ opinioni raccolte- È OVVIO. Qualcuno si ferma prima e nessuno nasce maratoneta nella raccolta di informazioni su qualsiasi argomento. Ottimisticamente ritengo che non troppi siano in cattiva fede nel loro credere a fake news. Che poi: cos’è la cattiva fede nel pensiero personale (a meno che tu non venda monnezza per farti “eleggere” o fare carriera, ma il comportamento strumentale non rientra nella mia attuale riflessione).
Siamo tutti convinti della nostra ragionevolezza, perché dal data scientist al tuttologo del gruppo FB di Busiago Vecchio, ABBIAMO TUTTI SCELTO DI CREDERE in/a qualcuno o qualcosa. A Dio, Allah, alle regole della matematica, al programma del partito politico X. Oppure alle scie chimiche, al mRNA ricombinante, al NWO, al veganesimo, al terrapiattismo, all’antisemitismo.
Io dichiaro la mia incapacità. Scelgo di non credere ad un cazzo di niente e di esercitare lo scetticismo totale.
Il CASO (o Dio per i credenti) magari dopo anni, secoli, ci regalerà la Ragione.
Gaudeamus igitur, nel frattempo.
Qui inizia il mio articolo sulle fake news da corrispondente da Berlino.
FAKE NEWS, DAI QUERDENKER ALLA DESTRA ESTREMA SUGLI SCUDI
COVID TIME in Berlin: TUTTO chiuso, club, bar, palestre, bordelli, saune da marzo 2020, ristoranti richiusi da novembre 2020, negozi di QUALSIASI tipo tranne cibo, medicine e affini. Parrucchieri riaperti per decenza popolare da marzo 2021, ingresso con test negativo fatto in giornata.
Manifestazioni: COSTANTI, ma tanto qui si manifesta sempre, per una causa, contro quella causa, senza causa, è nel DNA della città. Una città invasa da news, fake o vere, e una popolazione al 70% in cassa integrazione con il tempo e il bisogno di macinare, produrre, argomentare NEWS h24.
Le demo non contano molto se non a spurgare lo spirito dei partecipanti, salvo non servano a fini politici, ad esempio la “classica” sul caro affitti ed espropriazione delle big company immobiliari che ha portato ad una legge dei Verdi sul blocco del canone a livelli ex-DDR -che ha ovviamente congelato il mercato che già soffriva di eccesso di domanda- e che ora è stata dichiarata incostituzionale. E via di demo. Fake news alla base di tutto. E mancanza di nozioni economiche di base nelle scuole di primo livello. Quali nozioni? TUTTE: dal capitalismo liberal totale al marxismo.
Grazie alla combo Covid + elezioni federali a settembre – nelle quali verrà scelto l’erede di Mutti (mamma) Merkel -l’attitudine all’adesione alle fake news e alla protesta ha conosciuto una virulenza inusitata. No mask, no vax sobillati da AFD neonazi hanno “coinvolto” media formali e sociali.
I QUERDENKER, letteralmente “Pensatori Laterali”, avvocati della libertà di espressione e azione sulla carta, radunano gruppi eterogenei: No-Vax, ecologisti, complottisti QAnon, militanti AFD (partito di estrema destra), comunisti duri e puri, hippie, ecologisti e cittadini a vario titolo insofferenti alla “dittatura sanitaria”.
Il manifesto programmatico si può leggere qui https://querdenken-711.de/manifest/
Ad oggi, sono “osservati speciali” dai servizi segreti, a causa del legame presunto con i recenti episodi di antisemitismo e per la minaccia di una delegittimazione degli ordinamenti democratici. Sono i più assidui organizzatori di demo contro il sistema, quasi sempre autorizzate nonostante il dichiarato intento di non rispettare le norme anti-Covid. Perché qui in territorio ex-DDR, la libertà di opinione viene prima di tutto.
Un aneddoto: il volto nuovo dei candidati alla Cancelleria, Annalena Baerbock dei Verdi, viene descritta come ex studentessa modello di Soros, intenzionata a mettere al bando gli animali domestici per il loro eccessivo rilascio di CO2 e ad abolire l’uso dei barbecue.
Barzellette, se non fosse che ne parlano i principali organi di informazione. Chi convinto della tesi, chi per deriderla, chi imparzialmente deve riportarla, pena un calo delle copie vendute.
Dalle fake news al fact-checking: sotto la scure e l’ignominia di aver copiato la tesi di dottorato o aver simpatizzato per idee incoerenti con il loro attuale credo sono caduti diversi personaggi politici a vario titolo promettenti.
E poi c’è l’hackeraggio estero. Vero? Fake?
According to the European anti-disinformation platform EUvsDisinfo, Germany has been the target of 700 Russian disinformation cases since 2015, compared to 300 aimed at France and 170 at Italy.
Aggiungiamoci pure il tema dell’ambientalismo: decrescita felice o regressione economica autoinflitta? La “sostenibilità” è davvero sostenibile? E via secchiate di greenwashing aziendale. Cosa è vero e cosa è fake? Cosa posso fare IO, cittadino di questo pianeta, a quali “news” o indicazioni devo aderire per acquisire uno stile di vita funzionale alla sopravvivenza del pianeta? Avocado e olio di palma sono veg, ma forse una gallina che mangia erba in cortile è più “green”.
35 anni fa esplose Chernobyl, non trovo traccia di fake news del tipo “le radiazioni sono naturali” o di proteste per la dittatura sanitaria che ci impediva di consumare verdura dell’orto o di giocare all’aperto. Forse la carenza di news di un tempo era da preferire alla proliferazione di news attuale?
I dati Corona-related segnalano che Sassonia e aree del profondo est ex-DDR riportano tassi di contagio enormi rispetto al resto del paese, dall’inizio della pandemia ad oggi. Li leggo come rifiuto storico alla narrazione imperante. Non credono, non vogliono credere, è colpa del cinese, dell’immigrato, della volontà di omologazione, whatever.
Tutti manifestano per la LIBERTA’ di AGIRE come cazzo pare. Comprensibile per un paese che ha vissuto all’ombra della cortina di ferro ma non erano LORO, forse i loro genitori ad aver vissuto… dalle news (fake?) queste persone in larga maggioranza RIMPIANGONO LA DDR. Certezze vs diritti e libertà, meglio le prime. Sarò pessima, ma i figlioli vogliono ENTRAMBE: CERTEZZE E LIBERTA’.
Mi viene da pensare che il problema alla radice delle fake news è la crescente polarizzazione del dibattito a tutti i livelli: politico, sociale e culturale.
Io non saprei come far quadrare il cerchio, la mia logica ha molti limiti. E ho perso qualsiasi certezza politica. A Berlino la sinistra fa cagare, utopie e insostenibilità delle proposte, il centro-destra CDU della Merkel è -era fino agli scandali di qualche giorno fa, qualcuno rubacchia- molto più concreto. Poi gli estremi, ma qui non è una curva gaussiana ma un ottovolante e tutti volano.
Ma sembrerebbe una news NON fake il fatto che le risorse sono limitate, sempre meno accessibili, sempre più care da sfruttare, più elitario l’accesso e si salvi chi può. Case, terra, aria pulita, risorse, viaggi o altre soluzioni individuali sempre più difficili da perseguire per chi non può o non vuole allinearsi al pensiero comune. Peraltro ancora accessibile se non ci sono figli o investimenti di mezzo. Mentre banche e affini ci forzano ad investire (fake news: che qualcosa abbia rendimento dopo anni a tassi negativi)
(Chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto: l’istantaneità della contabilità commerciale e umana, nota a margine)
La libertà che magari fino ad ora ha permesso di fottere l’ambiente e il prossimo ora palesa dei limiti.
Ci siamo tutti raccontato e abbiamo divulgato le fake news che ci facevano comodo per un tornaconto personale, continueremo a farlo, mentre raccogliamo plastica nel parco o illustriamo i prodigi del nostro ultimo antidepressivo al vicino di casa, convinti di fare del bene per incrementare il livello di serotonina o le stazioni della via crucis per il paradiso cristiano.
E quanto un mondo di stronzate ci può rendere felice lo possono dire donne attempate come me, che scoprono un nuovo kit di creme viso e ne fanno una religione, una routine mattutina come le preghiere delle loro bisavole. Credere ai miracoli di una nuova raspa per talloni di cuoio. Credere a rituali esoterici che possono indurre a inconsci nuovi stili di vita sani.
Per molti fake is truth and truth is fake. (Orwell si fa una sega nella tomba)
Io, vittima per anni e talvolta carnefice poi. Disincantata, ora.

“FAKE IT UNTIL YOU MAKE IT”

Fake news per il tuo essere, ready made since 1975.
Ne farò un’opera d’arte il giorno in cui riuscirò a liberarmene, nel frattempo godo di un’ottusa consapevolezza e ci bevo sopra in attesa di un input divertente capace di rompere il ghiaccio della noia. O idee e news superfake o tremendamente vere su cui fare surf e sposare.
Have fun and go with the flow!